Rubrica “FONTI” n. 2 Articolo di Davide Codespoti
Agrigento, con il suo ricco patrimonio storico e culturale, è stata selezionata come Capitale Italiana della Cultura 2025, grazie a un progetto che esplora le relazioni tra individuo, natura e territorio, includendo anche i territori circostanti. Nata come sub-colonia di una colonia siceliota, la città crebbe col tempo fino a diventare una delle più ricche e fiorenti poleis della Sicilia occidentale, oltre che uno dei baluardi della grecità nell’isola, contesa con i Cartaginesi. Καλλίστα βροτεάν πολίων: «città la più bella fra quante albergo son d’uomini». Così il poeta greco Pindaro, nella sua XII Pitica, descrive la città di Akragas, l’odierna Agrigento, in Sicilia. La sua origine risale, secondo lo storico Tucidide, all’inizio del VI secolo a.C., quando, tra il 582-580 a.C. la città di Gela, anticamente fondata da coloni originari delle isole di Rodi e di Creta, decise a sua volta di fondare una sub-colonia (ossia un centro urbano originato da una colonia greca) nel territorio della colonia megarese di Selinunte, per arginarne l’espansione ad oriente. Il luogo prescelto fu un territorio compreso tra i fiumi Imera e Alico, su un altipiano affacciato sul mare, a sua volta incastonato tra due fiumi, l’Hypsas e l’Akragas: pertanto gli ecisti (ossia i fondatori della colonia), Aristonous e Pystilus, decisero di dare al nuovo insediamento il nome di questo secondo corso d’acqua. Il luogo e l’orografia si apprestavano sia per un’efficace difesa naturale (dovuta ad un crinale che collega il Colle di Girgenti, a nord, con la Rupe Atenea, ad est), sia per «i vantaggi di una città marittima», come riportato da Polibio, in quanto i due fiumi sopracitati si uniscono in un unico corso d’acqua (odierno San Leone), dove venne edificato l’emporion, il porto di Akragas. La fondazione della città (l’ultima in ordine cronologico ad essere fondata dai Greci in Sicilia) sulla costa occidentale dell’isola, abitata dal popolo dei Sicani e non frequentata tanto assiduamente tanto quanto quella orientale, testimonia i viaggi che i navigatori ellenici compivano in quell’area, oltre ad una favorevole predisposizione delle popolazioni autoctone agli insediamenti greci, che diffusero la propria cultura e scrittura tra di esse. Lo sviluppo di colonia come Gela e Akragas dipese soprattutto dalla ricca produzione agricola, specialmente di cereali, e dal fiorente allevamento di cavalli, necessari per la cavalleria, nerbo degli eserciti dell’epoca, formata prevalentemente da aristocratici. Era comunque vitale la prossimità a grandi vie di comunicazione marittime, in quanto assicurava i contatti con la madrepatria ellenica e l’incremento degli scambi commerciali, oltre ad equilibrare la sproporzione demografica dei coloni con gli indigeni locali.


